Pietro Pagnes nel 1988 viene accusato dell’omicidio della sua fidanzata Anna Laura. Ha un alibi ma il sospetto e gli inquirenti lo tormenteranno per trent’anni, finché una sconcertante verità non lo scagiona, svelando però una torbida realtà fatta di manipolazione e molestie sessuali.
Nel febbraio del 1988 Pietro Pagnes viene sospettato dell’omicidio della sua fidanzata di ventun’anni, Anna Laura Pedron.
Anna Laura è stata strangolata, poi spogliata. Sul corpo però, nessuna traccia di violenza sessuale, solo alcuni segni misteriosi attribuiti dagli inquirenti alla colluttazione con l’assassino.
Pagnes si dichiara da subito innocente e ha un alibi, ma nella Pordenone degli anni ’80 le voci hanno più eco di qualsiasi verità e il povero ragazzo, dopo essere stato ripetutamente interrogato e vessato dalle forze dell’ordine, viene screditato ed emarginato. Perde tutto.
2008, Pagnes ha tagliato tutti i legami con la famiglia e con Pordenone, ma il suo passato sembra continuare a perseguitarlo. Dopo trent’anni di sospetti mai sfociati in una e vera propria incriminazione, grazie ai nuovi esami possibili sul DNA ritrovato sotto le unghie di Anna Laura, il commissario Olivotto sembra finalmente aver in pugno la soluzione del più grande cold-case della provincia. Ma l’esame del DNA svela uno scenario sconvolgente: Pagnes è davvero innocente. Allora chi ha ucciso Anna Laura?
A questo punto sarà proprio Pagnes che, supportato dal commissario che lo voleva incastrare, ricostruirà una verità lugubre e terrificante, una verità che parla di una setta, la Telsen Sao, di cui facevano parte lui e Anna Laura. Una setta con a capo un santone, Renato Minozzi, che aveva un suo calendario liturgico e un alfabeto fatto di strani segni. Segni molto simili a quelli ritrovati sul corpo della vittima, ma non solo…
Chi scoperchia il vaso di Pandora è una giovane fuoriuscita Debora Rosset, che confessa a Pietro Pagnes di essere stata abusata da Renato Minozzi anni prima. Minozzi era solito far entrare le ragazze nel suo studio, abbassare loro i pantaloni, calare gli slip fino alle ginocchia, arrotolare la maglia al seno e poi penetrarle. Esattamente come fu ritrovato il corpo di Anna Laura.
Le indagini prendono una direzione diversa, il test del DNA fatto a tappeto tra tutti gli adepti svela una verità sconvolgente e incredibile che porta ad un arresto e ad un processo. Il colpevole è David Rosset, fratello minore di Debora, quarantatreenne nel 2008, che all’epoca dei fatti ha però solo tredici anni. Ma è stato davvero lui così giovane ad uccidere Anna Laura o dietro si nasconde una verità inconfessabile?
Questa è una storia di redenzione. Pietro Pagnes, dopo essere stato accusato, screditato, allontanato da tutto e tutti, una volta raggiunto il fondo, ha un unico modo per riemergere: affrontare il suo passato alla ricerca di una verità che possa, finalmente, rendere giustizia ad Anna Laura e liberarlo dagli spettri che lo perseguitano da anni.
L’accesso al protagonista di questa storia è un acceso esclusivo, garantito dall’amicizia ormai decennale che lo lega agli autori del progetto. Pietro Pagnes, negli anni, si è confidato, sfogato, ci ha confessato il suo travaglio, ma anche il senso di ingiustizia che lo accompagna quotidianamente. Ci ha presentato i genitori di Anna Laura e ci ha messo in contatto con l’ex commissario Olivotto. Ci ha aiutato nella lettura di tutte le carte di entrambi i processi (1988 e 2008) e infine, ci ha fatto capire cosa vuol dire, per un ragazzo, passare gli anni più belli e spensierati della propria vita in una setta e poi accusato di un delitto tremendo.
Inoltre, questa storia, può far affidamento su un repertorio molto ampio costituito da centinaia di foto e di video privati realizzati dagli adepti che documentano la vita intima della setta Telsen Sao. Il caso ha poi avuto molto risalto sui TG locali (Telepordenone) e nazionali e sui giornali dell’epoca.
Il podcast come strumento di racconto sta prendendo piede anche in Italia e negli ultimi anni la produzione è aumentata esponenzialmente.
In particolare i podcast true crime e le trame thriller sembrano essere fra le preferite dagli ascoltatori di tutto il mondo, tanto che il genere crime è reputato quello con maggior seguito.
La vicenda della morte di Anna Laura Pedron e il racconto in prima persona di Pietro Pagnes risultano naturalmente adatti alla creazione contestuale di un podcast, di cui qui vi riportiamo il trailer.
Il racconto sfrutterà alcuni brani delle interviste realizzate per il documentario e con l’intreccio fra archivio, testimonianze dell’epoca e contributi attuali oltre a una sapiente scrittura, saprà tenere l’ascoltatore incollato alla vicenda. Da un punto di vista commerciale l’uscita del podcast prima della messa in onda della serie documentaria aiuterà a veicolare interesse e informazioni.
Pietro Pagnes ha dovuto subire per più di vent’ anni l’onta del sospetto di essere stato lui ad assassinare la sua fidanzata. Dopo essersi allontanato dalla realtà di provincia e aver tagliato tutti i ponti col suo passato è stato finalmente scagionato.
Il suo lavoro psicologico per superare il trauma della morte di Anna Laura e la vergogna delle accuse, lo ha portato a scrivere un testo che ricostruisce la storia dal suo punto di vista. Il libro, in attesa di pubblicazione, potrebbe essere lanciato contestualmente alla serie e al podcast, garantendo a questa storia la massima visibilità.
Questa serie è una classica Character–driven story. Pietro Pagnes ci conduce, tramite i suoi ricordi, attraverso trent’anni di sospetti, paure e colpi di scena. Ci accompagnerà all’interno di un mondo torbido e malsano come quello della setta Telsen Sao e ci aiuterà a comprenderne regole e codici. Gli altri personaggi, corolla del racconto, ci guideranno tra i vicoli di una vicenda che, in ogni caso, rimane strettamente legata alle emozioni del nostro protagonista. Una storia che assume i connotati di una rivalsa. Una rivalsa di Pagnes nei confronti di chi, a suo avviso, gli ha tolto tutto: la credibilità, la famiglia, i soldi e l’amore.
Le interviste, spina dorsale del racconto, avranno un trattamento fotografico caravaggesco. Ogni personaggio in questa storia, a partire dal protagonista, ha un lato oscuro, inconfessato. I diversi punti macchina, ormai frequenti nella maggior parte dei documentari, che danno dinamismo al montaggio, nella nostra narrazione hanno una funzione ulteriore: è la parte in luce o la parte in ombra che ci sta parlando? Inoltre, essendo il nostro racconto una lunga confessione, tutti gli intervistati guarderanno in camera e parleranno direttamente con lo spettatore.
Dopo la morte di Anna Laura tutti i sospetti ricadono su Pagnes. L’alibi del ragazzo è la mamma ma nessuno le crede fino in fondo. Sarà Renato Minozzi, il santone a capo della setta Telsen Sao, a proteggere il ragazzo e difenderlo dalle accuse fino al 30 dicembre del 1995 quando il caso viene archiviato. Dopo due giorni Pagnes abbandona inaspettatamente la setta di Minozzi.
Pagnes ci racconta come lui e Anna Laura siano entrati in contatto con Renato Minozzi, il santone, e com’era la loro vita all’interno della setta: gli abusi psicologici, le donazioni degli adepti e strani colloqui privati. Colloqui che Pagnes, più tardi, scoprirà essere l’occasione per veri e propri abusi sessuali del santone sulle giovani adepte.
Nel 2008 Pagnes viene fermato per un controllo di routine: alcol test. Quello che non sa, però, è che il commissario Olivotto, con il suo DNA, è convinto finalmente di poterlo incastrare. Ma il risultato degli esami racconta un’altra verità: il colpevole è l’allora tredicenne David Rosset. Comincia un nuovo processo.
Il processo a Rosset si rivela una farsa. Nonostante l’uomo venga considerato colpevole d’omicidio non può essere condannato per sopraggiunta prescrizione del reato (in quanto minore all’epoca dei fatti). Ma secondo Pietro e i genitori della vittima, quel bambino non aveva né movente né sarebbe stato in grado di compiere un omicidio da solo. Chi c’è dietro Rosset?